L’atelier di Francis Bacon
Quando Francis Bacon morì, nel 1992, il suo ultimo atelier era quello di Reece Mews 7, utilizzato fin dal 1961, nel quartiere di South Kensington di Londra. Lo studio è stato donato da John Edwards, unico erede, alla Dublin City Gallery di Dublino, città natale dell’artista, che a partire dal 1998 lo ha analizzato e catalogato come fosse un sito archeologico, ricostruendolo in seguito nel museo irlandese.
Dopo essere stato fotografato da ogni angolazione, esperti archeologi hanno ricavato disegni di tutti gli oggetti che si trovavano al suo interno e della loro posizione finale, descrivendoli e catalogandoli uno per uno: sono state catalogate innumerevoli fotografie, che vanno da quelle dei compagni di vita dell’artista (Bacon era dichiaratamente omosessuale, fin dall’adolescenza) a quelle delle amiche, alle proprie fotografie, alle pagine di libro strappate con le riproduzioni dei disegni di Michelangelo.
L’atelier non è altro che una rappresentazione dell’orizzonte interiore dell’artista, tormentato e sofferente, che scaturisce in una sorta di caos primigenio, o – per usare il titolo di una creazione dell’artista italiano Pinot Gallizio – in una specie di “caverna dell’antimateria”: all’interno dell’atelier era custodito di tutto, tutte le immagini del mondo, tutti gli strumenti per restituirle alla “vita”, tutte le possibili combinazioni tra figure e oggetti, tra paesaggi e volti.
Così, Bacon viveva e lavorava circondato dalle immagini che lo avevano interessato, e su queste immagini interveniva, sagomandole col colore, stropicciandole, facendole vivere, consumare e morire allo stesso tempo.
La ricostruzione dublinese dello studio dell’artista è osservabile al Dublin City Gallery: attraverso delle finestre di vetro possiamo affacciarci su questo universo interiore rimasto senza tempo, al tempo stesso specchio e registro della personalità baconiana; a completare il quadro, un’imponente allestimento multimediale e interattivo sulla figura di Bacon, basato anche sulla sistematica analisi dei reperti da lui lasciatici, che permette di immergere il capo nel mondo deformato e deformante dell’artista.
La Dublin City Gallery si trova in Parnell Square, di fianco al Garden of Remembrance, dedicato ai caduti per l’indipendenza irlandese. L’entrata è libera e sul sito internet vi è tutta una sezione dedicata allo Studio di Bacon: LINK
Liberamente adattato da ArteDossier n°247, Giunti Editore
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